Mirare alla sostenibilità con un occhio alla qualità è un obiettivo per tutte le aziende. Alla Pasquini Pasquini & Bini, realtà della lucchesia che cinquant’anni propone vasi tecnici per il vivaismo e le coltivazioni fuori suolo lo sanno bene. Negli ultimi tempi, difatti, hanno investito in un progetto ambizioso e particolarmente innovativo. Si tratta di una nuova linea di vasi che mette al centro i valori di sostenibilità e circolarità. Un concetto che non si riduce al profilo della produzione industriale – comunque migliorativa dal punto di vista dell’impatto sull’ambiente – ma che si amplia alle prestazioni tecniche del vaso come confermato dai risultati ottenuti da valutazioni di vivaisti, agricoltori e da un centro di ricerca.
La linea di vasi da coltivazione Infinity, questo il nome scelto dall’azienda per il nuovo prodotto, ha un impatto ecologico positivo ed è stata ideata dalla collaborazione innovativa tra Pasquini & Bini e Lucart, un’industria leader nella produzione della carta. Con loro, il supporto del DISAAA-a (Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa). Una vera filiera locale che punta a valorizzare alcune delle eccellenze del territorio. I vasi di questa linea sono realizzati con il “GranPlast”, un materiale il cui impiego rappresenta un impegno concreto per la circolarità e per un’attività industriale ancora più sostenibile.
Questo materiale, infatti, contribuisce a ridurre lo smaltimento dei rifiuti e, in special modo, a preservare l’ambiente, poiché gran parte della materia prima riciclata rimane nel territorio.
Il progetto GranPlast è nato da una proposta di Lucart da sempre impegnata a realizzare modelli di business circolari per rigenerare e accrescere i capitali naturali, sociali ed economici ed è in linea con la filosofia dell’economia circolare in cui è fondamentale la breve catena di produzione.
Il vaso prodotto con Granplast, inoltre, a fine vita, può essere recuperato e riciclato all’infinito. Proprio per questo è stato scelto il nome INFINITY.
Particolare e piena di significato la provenienza del GranPlast, materiale derivante dal riciclo di imballaggi in Poly-Al tipo Tetra Pak®. Grazie a questo innovativo progetto, si recuperano tonnellate di cartoni per bevande tipo Tetra Pak® post consumo, per trasformarle in materia prima-seconda. Dalla separazione delle sue componenti, Lucart estrae la cellulosa, utilizzata per realizzare carta riciclata. La restante parte, composta da polietilene e alluminio, viene granulata per ottenere il GranPlast.
Nei test effettuati in campo e in laboratori è emerso che i vasi Infinity offrono grandi vantaggi, perché permettono di regolare la temperatura dell'apparato radicale delle piante, fornendo condizioni ottimali di crescita; si riduce, infatti, il surriscaldamento durante l'estate, diminuendo lo stress per le radici e diconseguenza migliorando la salute della pianta anche nella parte aerea. Il materiale rende le piante maggiormente protette dagli sbalzi termici, in special modo quando sono esposte direttamente al sole rendendo l’ambiente di crescita più favorevole allo sviluppo dell’apparato radicale (temperature sopra i 50° gradi creano sofferenza alla pianta, oltre la portano a morte certa).
Nei vasi Infinity sono state riscontrate temperature inferiori fino a 10/11° rispetto ai vasi di controllo in polietilene nero sotta la diretta esposizione al sole nei mesi estivi mentre, durante la notte o in inverno o in giornate di pioggia o non soleggiate, la temperatura è pressoché uguale al vaso di controllo.
C’è di più: la composizione della materia prima utilizzata per i vasi Infinity favorisce la fitostimolazione, agendo come booster e aumentando la crescita delle piante senza danneggiarle, soprattutto con l’impiego di substrati acidi o sub-acidi. Si determina un’azione fitostimolante dovuta al rilascio di particelle nel substrato da parte delle pareti del vaso. La presenza di alluminio nel materiale ha indotto l’azienda a iniziare nell’ottobre del 2022 una sperimentazione – durata oltre un anno - su più cultivar con varie tipologie di irrigazione (da goccia alla subirrigazione) per testare gli effetti sulla crescita delle piante. Al termine della sperimentazione non sono state riscontrate sofferenze con le piante che sono risultate più sviluppate e sane rispetto a quelle coltivate in vasi di controllo prodotti con polietilene nero.
Il rilascio graduale e controllato degli elementi presenti nel composito favorisce la fitostimolazione anziché generare danni come inizialmente si poteva temere. Gli esiti dei test di laboratorio hanno confermato i dati rilevati empiricamente e dimostrato che i vari apparati delle piante non accumulano alluminio e la quantità rilevata è ben al di sotto dei limiti di sicurezza imposti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Nonostante piccole percentuali di alluminio presenti nel composto, il vaso può essere utilizzato in assoluta sicurezza per la coltivazione e la crescita di piante anche edibili. È indipendente l’adozione della di sub-irrigazione in produzione, poiché i test effettuati hanno dimostrato che tutte le piante non presentano alcuna sofferenza durante la loro crescita e non risultano ci siano accumuli di sostanze nelle foglie o nei frutti.
Dagli esperimenti condotti in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa è emerso che le piante, come mirtillo, lampone, lattughino e fagiolo, mostrano significativi incrementi di crescita che possono raggiungere il 30% sul peso secco della parte aerea e fino al 25% su quello delle radici.
Foto 1. Test su lampone
I risultati più importanti sono stati ottenuti, in particolare, sulle piante di fagiolo, pianta che in letteratura risulta essere, assieme al cotone, la più sensibile agli effetti di fitotossicità dell’alluminio.
Tutte le prove e i test di laboratorio sono stati condotti dal DiSAAA-a dell’Università di Pisa, nelle condizioni più sfavorevoli per la pianta in modo da favorire il rilascio maggiore possibile delle componenti del materiale dalle pareti del vaso.
Altre prove di coltivazione sono state effettuare su piante da frutto e con foglia edibile quali lattughino, mirtillo e lampone utilizzando le stesse metodiche e procedure.
C’è anche un vantaggio post utilizzo: il Granplast non contiene CARBON BLACK e consente di semplificare le operazioni di smaltimento una volta che il ciclo di vita del vaso giunge alla fine. Il vaso ha superato con successo i test dell’ “Institut Cyclos” perciò il vaso, a fine vita, può essere nuovamente riciclato rendendolo, a tutti gli effetti, una scelta sostenibile.
Altro elemento non trascurabile, le produzioni di piante in un contesto professionale su varie cultivar (dai frutti rossi alle piante per il vivaismo ornamentale), hanno richiesto un minor impiego di acqua nei cicli di irrigazione.
Questi risultati e tutti i test effettuati hanno dimostrato l’enorme versatilità dei vasi che possano essere impiegati per la coltivazione in assoluta sicurezza, su qualsiasi pianta e con qualsiasi tipo di irrigazione, con parametri di crescita sorprendenti.
Foto 2. Vaso Ercole
In copertina: sperimentazione in un vivaio di Pistoia
Per altre informazioni: www.pasquiniebini.com
Scarica qui l'intervento di Marco Paganucci al convegno sul "Vivaismo: tra ricerca e innovazione" del 5 dicembre