I numerosi ospiti della cimice asiatica

Quali sono le piante capaci di supportare il ciclo vitale dell’insetto? La risposta da una ricerca condotta in vivai statunitensi
Un problema diffuso. La cimice asiatica Halyomorpha halys (Stål) (Hemiptera: Pentatomidae) è un insetto originario del Giappone, della Cina, di Taiwan e della Corea. È stato ritrovato per la prima volta fuori dal suo areale di origine negli Stati Uniti, in Pennsylvania, negli anni '90. H. halys è al momento presente in 42 stati USA e in Canada. Ha invaso diversi paesi europei, tra i quali l’Italia e i ritrovamenti si susseguono anche in Australia e Nuova Zelanda.
H. halys causa danni diretti alle piante, in particolare a molte colture commerciali, attraverso la sua attività fitofaga e può causare danni indiretti, agendo talvolta da vettore di fitoplasmi.
Nel 2010 negli Stati Uniti sono stati registrati danni per diversi milioni a causa dell’esplosione della diffusione dell’insetto. Le specie colpite sono risultate essere molto numerose: dagli alberi da frutto (come melo e pesco), alle colture agricole alimentari (mais, peperoni, pomodori, soia) fino ad arrivare anche alle piante ornamentali, colpendo gravemente anche vasti paesaggi.
Oltre a danneggiare le colture questa cimice rappresenta un problema anche nella stagione invernale, poiché sverna talvolta in gruppi aggregati all’interno di edifici commerciali e nelle abitazioni. Questi comportamenti hanno generato verso l’insetto un interesse dell’opinione pubblica che supera i confini del settore agricolo e coinvolge una larga parte della popolazione.

La gamma di specie colpite. H. halys è una cimice estremamente polifaga, sia nei paesi nativi che in quelli oggetto di invasione. Una rassegna delle ricerche condotte in Asia ha evidenziato la presenza di 106 ospiti accertati distribuiti in 45 famiglie, che vanno dalle colture erbacee alle specie forestali. In Europa si registra su 51 specie di 32 famiglie, mentre le piante ospiti statunitensi risultano essere 73.
Negli Stati Uniti le piante più colpite appartengono alle specie Ailanthus altissima, Catalpa spp., Cladrastis kentukea, Paulownia tomentosa, Prunus avium, Juglans regia e Cercis canadensis.
Uno dei pilastri della gestione integrata dei parassiti è l’utilizzo di piante resistenti, sia con scopi colturali che con finalità paesaggistica. Tutti gli studi condotti sul comportamento di questa pericolosa cimice si concentrano sulle piante sulle quali è conclamata l’affinità con l’insetto (sia per l’alimentazione che per la riproduzione), mentre nessuna osservazione riguarda quelle specie che sembrano non interessare l’attacco di H. halys. Al contempo sono state ritrovate alcune piante inusuali che possono agire da ospiti per la cimice come ad esempio alcune Gimnosperme.
Le variazioni di utilizzo delle specie ospiti sono ormai note per molti alberi da frutto ma poco ancora si conosce circa le specie ornamentali, fondamentali dal punto di vista paesaggistico. Una nuova ricerca condotta in dei vivai del Maryland, caratterizzati da una vastissima gamma commerciale, ha esaminato il modello di utilizzo degli ospiti da parte di Halyomorpha halys.

Lo studio statunitense. Gli obiettivi della ricerca si concentrano sulla quantificazione delle variazioni, sulla categorizzazione degli ospiti (attualmente sottostimata nelle ipotesi del gruppo di scienziati) e sull’identificazione delle piante che l’insetto utilizza solamente in particolari fasi di sviluppo (ad esempio per l’ovodeposizione).
Conoscere le piante che resistono all’attacco dell’insetto è il primo step per facilitare la creazione di paesaggi (rurali e urbani) resistenti alla diffusione della cimice, favorendo al contempo la riduzione dei numerosi trattamenti con agrofarmaci applicati dai protocolli attuali. L’identificazione certa di specie resistenti genererebbe anche un vantaggio commerciale per i produttori. Per testare le ipotesi sono stati selezionati dei vivai di specie ornamentali, ovvero dei grandi contenitori di variazione genetica, specifica e varietale, che veicolano larga parte della produzione verso le aree socialmente più sensibili alle problematiche legate all’insetto, quali le zone residenziali.
Le osservazioni si sono protratte per 3 anni dal 2011 al 2013. Le visite nei vivai sono state temporizzate per intercettare 4 stadi vitali diversi nel corso delle stagioni: presenza di uova, primi stadi giovanili, ultimi stadi giovanili e presenza di adulti. Le osservazioni sono state standardizzate per ogni pianta (durata di 1 min/pianta, analisi di tutti gli organi vegetali fino a 3 metri di altezza) e sono state complessivamente studiate 254 specie e varietà coltivate.

Individuati i nuovi ospiti. I taxa ospiti sono risultati essere 88, 43 non ospiti e 123 ospiti parziali che supportano alcuni ma non tutti gli stadi di vita di H. halys. Gli ospiti preferiti trovati in questo nuovo studio corrispondono a quelli dei precedenti per diversi generi. Ad esempio Prunus, Malus, Syringa, Acer, Cladrastis e Cercis compaiono nella lista dei 25 ospiti più utilizzati in questa ricerca, in accordo coi dati raccolti in passato. Grazie all’ampio campione utilizzato sono stati individuati però altri nove generi non ancora segnalati quali: Cercidiphyllum, Evodia, Gleditsia, Halesia, Nyssa, Oxydendrum , Parrotia, Pseudocydonia e Styrax. 
Interessante notare che sono stati individuati 43 taxa vegetali non utilizzati affatto da H. halys nel suo ciclo vitale e che queste classi comprendono a volte specie congeneri di piante ospiti. Un caso esemplare è rappresentato da Acer palmatum, sul quale non viene mai ritrovato l’insetto dannoso, congenere di Acer rubrum, identificato tra gli ospiti più utilizzati. Per il Gingko biloba invece è stata osservata una cultivar resistente, la “Saratoga”.
Un altro risultato degno di nota è la differenza nell'uso delle gimnosperme, identificate come ospiti abituali in Asia (un esempio su tutti è la Cryptomeria japonica usata come ospite dagli adulti svernanti). Lo studio conferma l’uso di parecchie gimnosperme come ospiti parziali, ma evidenzia la capacità di queste piante di sostenere una presenza decisamente inferiore di cimici rispetto alle Angiosperme. Pinacee e Cupressacee sono state confermate come raggruppamenti non-ospiti.
Le implicazioni pratiche di questa ricerca si traducono nella possibilità di conoscere con certezza le specie “esenti” dalla problematica di H. halys e quindi fornisce uno strumento a disposizione di agronomi e paesaggisti nella creazione di paesaggi in grado di funzionare da barriera alla diffusione dell’insetto.  

Per un approfondimento sull'ecologia dell'insetto si segnala un articolo del 2015: La pericolosa cimice Halyomorpha halys  

Fonte: PlosOne

Foto originale da Wikipedia