Toumeyella parvicornis: un nuovo pericolo per il pino

Registrata in Italia da qualche anno, può rivelarsi molto dannosa soprattutto nelle aree meridionali
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La specie Toumeyella parvicornis (Cockerell) (Hemiptera: Coccidae), nota  anche come cocciniglia tartaruga del pino è  stata segnalata in Italia per la prima volta nel 2015. Sta contribuendo al declino e alla mortalità del pino domestico (Pinus pinea) nei dintorni di Napoli, in Campania, in particolare nelle aree urbane. La specie è originaria della zona sud-orientale del Nord America dove però viene indicata raramente come insetto dannoso. È risultato essere altamente invasivo nei Caraibi, dove nell'ultimo decennio ha decimato il pino di Caicos (Pinus caribaea var. bahamensis) nelle foreste dell’arcipelago di Turks e Caicos, causando la morte del 95% delle piante e modificando radicalmente l’ecologia delle isole.

Toumeyella parvicornis
vive esclusivamente a carico delle specie del genere Pinus (Pinaceae) tra cui: P. banksiana; P. contorta; P. echinata; P. elliotti; P. glabra; P. mugo; P. palustris; P. pinea; P. sylvestris; P. taeda; P. virginiana.
È interessante notare come questo insetto non sia mai stato registrato su Pinus pinea fino alla sua introduzione in Italia.
Le uova di Toumeyella parvicornis sono ovoidali, rosate, quasi trasparenti e misurano circa 0,4 mm in lunghezza. Le neanidi del primo stadio sono ovali, arancioni o rossastre e hanno sei zampe. Nello stadio successivo appaiono rosee, senza zampe, ovali e convesse. Le femmine adulte si presentano in due forme distinte ovvero ovali e fortemente convesse durante l'alimentazione sulla corteccia, o allungate e moderatamente convesse quando si alimentano sugli aghi. La femmina adulta, dapprima di colore verdastro, vira al rosso bruno con macchie o strisce color crema e marrone. Sono in grado di secernere grosse quantità di cera in forma polverulenta, che scompaiono rapidamente in caso di vento e pioggia. Le femmine mature assumono una colorazione uniforme marrone scuro, raggiungono una larghezza di 4 mm e una lunghezza di 4,4 mm. I maschi adulti, molto rari, sono alati e assomigliano a piccolissime mosche.

Toumeyella parvicornis
è altamente adattabile e può avere un numero di generazioni variabile in base alle condizioni termiche; svolge una generazione all'anno nel limite settentrionale della sua diffusione in Canada e nel nord est degli U.S.A., tre o quattro generazioni negli Stati Uniti meridionali, e si riproduce continuamente nelle condizioni tropicali dei Caraibi riuscendo a completare cinque o più generazioni ogni anno. Si riproduce sessualmente e ogni femmina adulta può deporre fino a 500 uova. Le femmine presentano tre stadi immaturi prima di diventare adulte, mentre i maschi si sviluppano attraverso quattro stadi immaturi (compreso uno pre-ninfale e uno ninfale).
Il principale stadio di dispersione naturale è il primo stadio, detto neanide e definito dagli anglofoni crawler. La neanide di prima età si muove sull’ospite in cerca di un sito di alimentazione adatto, dove inserisce il suo apparato boccale. I maschi adulti sono alati e in grado di volare alla ricerca della partner, ma, ovviamente, non sono in grado di stabilire nuove popolazioni. La dispersione naturale avviene principalmente grazie al vento e al meccanismo della foresìa (trasporto passivo su altri animali). La diffusione a lunga distanza, tra paesi diversi, è dovuta al commercio di piante. Si sospetta che l’introduzione nell’arcipelago di Turks e Caicos sia avvenuta a causa dell’importazione di alberi di Natale infestati, mentre le modalità con cui sia stato introdotto l’insetto in Italia non sono ancora state chiarite.

Nel nostro paese i primi segni della presenza di un'infestazione di T. parvicornis possono essere osservati all'inizio della primavera quando la prima generazione inizia a nutrirsi. Le cocciniglie espellono enormi quantità di melata che può conferire al pino un aspetto lucido, in particolare sulla corteccia. In seguito, spesse muffe fuligginose si sviluppano sulla melata facendo assumere alla corteccia e agli aghi un colore nero intenso, ricoprendo di fumaggine nera anche il terreno sottostante le piante colpite.
A causa dell'attacco si manifestano ingiallimenti e perdite degli aghi, a cui segue un declino generale della salute dell'albero, fino alla morte della pianta.
Il rilievo e il monitoraggio di questa specie sono molto difficoltosi su P. pinea maturi a causa dell’altezza degli alberi (spesso 15-20 m) e dell’assenza di rami o aghi disponibili per l’ispezione alla base dell'albero.
Toumeyella parvicornis può facilmente essere confusa con specie affini, come ad esempio la cocciniglia a strisce del pino (Toumeyella pini), che presenta una biologia simile.
In Nord America Toumeyella parvicornis provoca la morte di piantine e alberi giovani. L’alimentazione dell’insetto causa la perdita degli aghi e la caduta di rami; gli alberi attaccati ingialliscono e muoiono. La melata espulsa dagli insetti e la comparsa delle muffe che vi sono associate, ostacolano la fotosintesi e contribuiscono all'indebolimento degli alberi.

L'introduzione di questo insetto nei Caraibi ha avuto conseguenze devastanti: la cocciniglia ha rapidamente ucciso i pini di alcune isole causando la distruzione di numerose foreste. Il clima tropicale permette all’insetto di riprodursi continuativamente durante tutto l'anno e la  mancanza di nemici naturali favorisce lo stabilirsi di colonie permanenti. I pini colpiti sono generalmente già  stressati dal punto di vista fisiologico, a causa principalmente della mancanza di acqua, che li ha resi più vulnerabili all’attacco di questo parassita esotico. È improbabile che tale insetto riesca ad avere un simile impatto anche nelle foreste europee, grazie alle condizioni climatiche meno favorevoli, ma il livello di attenzione deve comunque essere tenuto molto alto, soprattutto negli ambienti meridionali, visto gli esiti drammatici delle invasioni già note.