Il 18 agosto è entrato in vigore il Regolamento del Parlamento europeo e del consiglio sul ripristino della natura che modifica il Regolamento Ue 2022/869, una tappa chiave del Green Deal per recuperare la biodiversità, raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e migliorare la sicurezza alimentare e l'adattamento climatico.
La natura è il fondamento dell'economia mondiale. Oltre la metà del PIL globale dipende dai materiali e dai servizi forniti dagli ecosistemi. Ad esempio, le materie prime sono essenziali per l'industria e le costruzioni e le risorse genetiche sono necessarie per l'agricoltura e la medicina.
Ripristinare la natura significa sostenere il recupero degli ecosistemi degradati o distrutti potenziandone la struttura e le funzioni, con l'obiettivo generale di rafforzare la resilienza e la biodiversità dell'ambiente.
Ecosistemi sani possono garantire, tra l'altro:
Per questi motivi gli Stati membri dell'UE riuniti in sede di Consiglio nel giugno scorso hanno adottato un regolamento sul ripristino della natura, che mira a riportare gli ecosistemi a un buono stato di conservazione.
Il regolamento mira a mettere in atto misure volte a ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell'UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
Stabilisce obiettivi e obblighi giuridicamente vincolanti specifici per il ripristino della natura in ciascuno degli ecosistemi elencati – terrestri e marini, di acqua dolce e urbani.
Il regolamento mira a mitigare i cambiamenti climatici e gli effetti delle catastrofi naturali. Aiuterà l'UE a rispettare i suoi impegni internazionali in materia di ambiente e a ripristinare la natura europea.
Il regolamento impone anche di registrare una tendenza positiva in diversi indicatori che riguardano gli habitat forestali (per esempio la presenza di legno morto e formazioni forestali ad alta diversità di specie) e di piantare tre miliardi di alberi. Gli Stati membri dovranno inoltre ripristinare almeno 25.000 km di fiumi, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero, e garantire che non vi sia alcuna perdita netta né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani, né di copertura arborea urbana.
Il regolamento pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'UE è già entrato in vigore ed è direttamente applicabile in tutti gli Stati membri: si tratta delle prime norme in assoluto che si concentrano specificamente sul recupero della natura. Alcune deroghe si applicheranno alle zone utilizzate ai fini della difesa nazionale e per i progetti in materia di energie rinnovabili.
Habitat, impollinatori e aree agricole. Le misure che gli Stati membri devono definire e attuare dovrebbero favorire la connettività tra gli habitat in modo da garantire che siano quanto più possibile interconnessi, affinché la fauna selvatica possa muoversi liberamente tra di essi. Le api selvatiche e molte altre specie di insetti contribuiscono all'impollinazione dei fiori, un elemento cruciale per garantire la crescita delle colture.
Il valore della produzione agricola annuale dell'UE direttamente legata agli insetti impollinatori ammonta a quasi 5 miliardi di EUR. Le nuove norme invertiranno il calo degli impollinatori accrescendone le popolazioni entro il 2030.
Come nel caso degli impollinatori, la produttività agricola dipende da ecosistemi sani.
Il suolo impoverito e gli ecosistemi agricoli degradati hanno una capacità più limitata di produrre alimenti. Oggi il degrado del suolo interessa fino al 73% dei terreni agricoli.
Il regolamento sul ripristino della natura rafforzerà la biodiversità negli ecosistemi agricoli. In particolare, le norme consentiranno di ripristinare e aumentare le popolazioni di:
Dal 1991 quasi il 30% delle farfalle comuni è andato perduto.
Inoltre, le nuove norme imporranno agli Stati membri dell'UE di adottare misure volte a:
Le misure di ripristino sono essenziali per affrontare le minacce alla sicurezza alimentare. È fondamentale rafforzare la biodiversità e aumentare la sostenibilità dell'agricoltura al fine di garantire la produzione alimentare a medio e lungo termine. Ad esempio, l'uso di metodi naturali di controllo degli organismi nocivi e la riduzione della dipendenza dai fertilizzanti chimici accrescono la ricchezza dei nutrienti dei suoli e migliorano la salute degli ecosistemi.
Le aree urbane, fluviali e forestali. Gli ecosistemi urbani rappresentano il 22% della superficie terrestre dell'UE. Parchi, giardini, alberi e prati sono habitat importanti per piante, uccelli e insetti.
Con le nuove norme l'UE punterà ad aumentare gli spazi verdi nelle città, nei piccoli centri e nelle periferie. Gli obiettivi garantiranno:
I fiumi europei contengono più di un milione di barriere artificiali, quali dighe, sbarramenti e rampe.
I fiumi a scorrimento libero consentono il movimento di acqua, sedimenti, pesci e altri organismi e sono fondamentali per migliorare lo stato delle acque dell'UE e rafforzare la biodiversità.
Le nuove norme mireranno a rimuovere molte delle barriere esistenti nei fiumi dell'UE, al fine di garantire una maggiore continuità nelle reti fluviali per la creazione di una rete di 25 000 km di fiumi a scorrimento libero entro il 2030.
Poiché i dati sulle barriere fluviali sono ancora scarsi, uno degli obiettivi delle nuove norme è quello di redigere un inventario di tali barriere presenti in tutta l'UE. Gli sforzi di rimozione si concentreranno sulle barriere obsolete e inutilizzate.
Le foreste, che coprono quasi il 40% del territorio dell'UE, sono essenziali per la mitigazione dei cambiamenti climatici, in quanto servono da pozzi di assorbimento del carbonio e ospitano peraltro gran parte della biodiversità europea.
Le nuove norme per il ripristino avranno lo scopo di rafforzare la biodiversità nelle foreste. A tal fine, i paesi dell'UE dovranno migliorare lo stato delle foreste utilizzando indicatori specifici in grado di misurare la salute dell'ecosistema forestale. I rilevamenti rileveranno:
In conclusione. Il regolamento sul ripristino della natura impone ai paesi dell'UE di elaborare piani nazionali di ripristino. Tali piani dovranno definire le misure necessarie per il conseguimento degli obiettivi vincolanti stabiliti dal regolamento e specificare la superficie totale da ripristinare, nonché includere un calendario delle attività.
I piani di ripristino dovrebbero coprire il periodo fino al 2050. Le misure dovrebbero essere allineate ad altre normative pertinenti, quali le norme in materia di protezione della natura, energie rinnovabili e agricoltura.
Tra gli esempi di misure di ripristino figurano:
Nel 2033 ci sarà una prima verifica ed infatti la Commissione Europea dovrà riesaminare e valutare l'applicazione delle norme e il loro impatto sui settori dell'agricoltura, della pesca e della silvicoltura, nonché i suoi effetti socioeconomici più ampi.
In conclusione questo regolamento Europeo creerà una ulteriore domanda di piante adatte ai diversi impieghi: rinaturalizzazione aree degradate, forestazione ed aumento del verde urbano è evidente che diviene fondamentale adattare ed aumentare la capacità produttiva delle aziende agricole nel pieno spirito dell’agroecologia e con le tecniche di agricoltura sostenibile.
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