Azienda, impresa vivaistica e l'agricoltura specializzata

La coltivazione di piante ornamentali si colloca come una tipologia di produzione di pregio
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L’ azienda vivaistica si colloca in modo particolare rispetto all'agricoltura classica, sia per gli obiettivi produttivi che per la particolare caratterizzazione ed entità dei fattori della produzione combinati. Come obiettivi produttivi si individuano da un lato quelli relativi al materiale da riproduzione destinato a determinate aziende agricole (viti-olivicole, frutticole, ecc) e dall’ altro quelli identificati nella fornitura di materiali finiti o di prima fase per le produzioni ornamentali complessivamente intese e destinate alla realizzazione di parchi, giardini ed aree verdi.
Per le specifiche esigenze produttive l' azienda in questione si organizza su fondi (capitale fondiario) dotati di tutti i manufatti stabilmente investiti nel suolo funzionali alle esigenze delle sequenze della produzione e delle tecniche suggerite in un determinato scenario delle conoscenze e della domanda del mercato che è sempre più esigente e che richiede prodotti con alto contenuto tecnologico. Presentando quindi piantagioni di piante madri, piantagioni in attesa di maturazione commerciale, spazi per le operazioni all’ aria aperta e per la sosta delle piante già poste in vaso, fabbricati di ogni ordine e specie per le operazioni al coperto e per l’ ospitalità al riparo o in condizioni artificiali variamente modulate secondo le tipologie produttive, spazi per la preparazione delle piante per la vendita, senza dimenticare l’ abitazione dei salariati o dei coltivatori diretti quando ciò rientri nella normalità della zona.

Unità oggettiva e soggettiva. Quindi le aziende vivaistiche, sono aziende agricole con caratteristiche peculiari legate agli alti investimenti fissi e mobili, nonché dello stretto rapporto con il mercato interno e internazionale. La presenza, all'interno dell'azienda agraria, delle diverse categorie di fattori, è una condizione necessaria ma non sufficiente affinché si realizzi il processo di trasformazione dei fattori stessi nei prodotti. Occorre infatti che accanto ai fattori sopra ricordati sia presente il fattore imprenditoriale al quale, per l'appunto, compete la funzione di coordinamento dei fattori stessi.
A ragione, il Prof. Serpieri contrapponeva all'azienda agraria - «unità oggettiva» costituita da un insieme di fattori produttivi disponibili in un certo luogo ed in dato tempo - l'impresa agraria - «unità soggettiva», frutto cioè della volontà imprenditoriale di utilizzare i fattori disponibili in azienda per il conseguimento di obbiettivi predeterminati. Ciò è specificatamente vero per l’azienda vivaistica dove senza l’intuizione imprenditoriale la riproduzione delle piante rimarrebbe fine a se stessa.

Azienda e impresa. Per quanto la distinzione tra azienda ed impresa abbia una sua giustificazione sul piano concettuale, la sostanziale identità esistente nella quasi totalità dei casi tra azienda ed impresa fa si che i due termini vengano per lo più usati come sinonimi e con entrambi si faccia riferimento sia all'aspetto «oggettivo» che «soggettivo» dell'unità di produzione che opera nel settore agricolo, utilizzeremo «azienda» ed «impresa» intercambiabilmente, intendendo con entrambi fare riferimento all'unità tecnico-economica nella quale viene realizzata la produzione di beni agricoli in conseguenza di precise decisioni imprenditoriali e rispetto alla quale vengono effettuati i calcoli di valutazione
delle scelte stesse. Il Codice Civile definisce:

azienda (articolo 2555): «complesso di beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa»;

impresa (articolo 2082): è definito imprenditore chi esercita professionalmente una «attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni o di servizi»;

imprenditore agricolo (articolo 2135) è «chi esercita un'attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura, all'allevamento di animali e attività connesse»;

- proprietà (articolo 832) «diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico».

Attività connesse all'agricoltura e vivaismo. Con il D.Lgs 228/2001 è stata introdotta una nuova formulazione dell’art. 2135 (terzo comma che dice “ si reputano connesse le attività dirette alla trasformazione o alienazione dei prodotto agricoli, quando rientrano nell'esercizio normale dell'agricoltura” che amplia la categoria di attività agricole per connessione includendovi attività che hanno carattere commerciale oggettivo e che quindi dovrebbero essere attività commerciali ex art. 2195. Tali attività sono: le attività esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti ottenuti prevalentemente da una attività agricola; le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale e l’agriturismo. Al fine della identificazione di attività connesse è quindi necessaria la contemporanea presenza di due condizioni o requisiti: chi esercita attività connesse deve già essere imprenditore agricolo, ossia svolgere quelle attività agricole previste al primo comma dell'art. 2135 (è imprenditore commerciale chi produce vino con uva altrui), nonché che l’attività connessa deve essere coerente con l’attività essenziale (produzione vino sulla base dell’uva proveniente dal proprio fondo e non produzione di vino se si è allevatori di mucche). È tuttavia considerata attività connessa, ad esempio, l'acquisto di uva da vinificare se si è già produttori di uva per aumentare il quantitativo di vino se il proprio mercato lo richiede oppure direttamente l'acquisto di vino purché la quantità acquistata non superi la quantità prodotta dalla propria azienda. È del tutto evidente come queste nuove definizioni colgano appieno l’essenza della produzione vivaistico-ornamentale come attività agricola di alta specializzazione produttiva.

La specializzazione. L'impresa quindi è l’unità soggettiva che fa funzionare l'azienda ai fini della produzione che non coincide necessariamente con essa potendo comprendere anche più aziende.
È indubbio che in un'attività come quella vivaistico-ornamentale l’adeguamento nel tempo e nello spazio presuppone una crescente specializzazione produttiva ed anche una segmentazione del processo di produzione della pianta ornamentale fra più aziende/imprese vivaistiche con un crescente impiego di fattori della produzione esterni all’azienda ed una aumento di attività connesse rispetto a quelle specifiche della produzione agricola così come previsto dall’art. 2135 del Codice Civile. Questa evoluzione caratterizza sia la fase di produzione che quella di commercializzazione dei prodotti vivaistici che, alla stessa stregua dei prodotti agro-alimentari, vedono accrescere, nella composizione del loro valore, il peso del confezionamento e dei servizi connessi rispetto a quello del prodotto in questo caso della pianta viva.