Gli interventi infrastrutturali locali, come le infrastrutture blu (acquatiche) e verdi (terrestri), possono favorire la biodiversità nei paesaggi dominati dall'uomo. Uno studio ha utilizzato i dati di monitoraggio degli anfibi e di distribuzione delle specie, per individuare gli elementi chiave del paesaggio di importanza regionale e le opportunità locali per le infrastrutture urbane che potrebbero contribuire a migliorare la connettività degli habitat.
Gli anfibi sono un buon indicatore del potenziale di implementazione delle infrastrutture blu-verdi in luoghi strategici. Queste infrastrutture possono migliorare la capacità degli anfibi di spostarsi tra aree terrestri e zone umide e verso i diversi siti di riproduzione. Grazie ai loro spostamenti regolari tra gli habitat blu e verdi, gli anfibi sono particolarmente sensibili alla diminuzione della permeabilità e della connettività del paesaggio causata dall'urbanizzazione. Queste caratteristiche sono fondamentali specialmente in paesaggi frammentati come quello urbano e consentono la mitigazione del declino delle popolazioni.
I ricercatori affermano che le infrastrutture blu spesso non vengono incluse nella pianificazione urbana, che si concentra generalmente sulle sole infrastrutture verdi. Questo studio sviluppa un approccio integrato per migliorare la biodiversità nelle aree dominate dall'uomo. Lo sviluppo di un quadro di riferimento per la pianificazione di infrastrutture urbane che aiutino a preservare la biodiversità e a mantenere la connettività degli habitat, consentirebbe all’UE di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e la strategia per la biodiversità 2030.
L'area di studio in Svizzera comprende piccoli insediamenti distribuiti (nel Cantone di Argovia) e grandi centri urbani (come le città di Zurigo e Winterthur) nel Cantone di Zurigo. La maggior parte dell'area di studio è costituita da terreni agricoli (43% prati e pascoli), il resto invece da foreste (31%), insediamenti urbani (22% - contenenti circa il 10% di spazi verdi urbani), corpi idrici (4%) e meno dell'1% da torbiere, paludi e terreni sabbiosi. I ricercatori hanno preso in considerazione diverse aree blu e verdi in quest'area, tra cui parchi locali e regionali, siti di riproduzione di anfibi di importanza nazionale e siti appartenenti alla convenzione RAMSAR sulle zone umide e alla Rete Smeralda.
Sono state selezionate dieci specie di anfibi, per coprire le diverse esigenze di habitat e di dispersione. I dati sulle specie dal 2017 al 2019 sono stati forniti dal Centre de Coordination pour la Protection des Amphibiens et Reptiles de Suisse (Centro di coordinamento per la protezione degli anfibi e dei rettili della Svizzera).
Sono stati utilizzati dati di copertura del suolo ad alta risoluzione spaziale per l’osservazione di giardini, parchi pubblici, cimiteri e spazi verdi di impianti sportivi.
Sono stati individuati quattro elementi del paesaggio essenziali per la mobilità degli anfibi su scala regionale: i margini delle foreste, gli habitat forestali umidi, i suoli con umidità variabile e le zone ripariali.
I ricercatori hanno scoperto che anche le città possono dare un contributo sostanziale alla connettività degli habitat e affermano che, nell'area di studio, fino al 15% dello spazio urbano potrebbe essere utilizzato in questo modo.
I risultati evidenziano l'importanza di pianificare le infrastrutture blu e verdi a livello locale, in posizioni strategiche nelle aree urbane e periurbane, per creare habitat di passaggio che migliorino la connettività regionale. Suggeriscono inoltre che il quadro di valutazione integrata sviluppato per questo studio potrebbe aiutare altre azioni di conservazione regionale su aree e specie prioritarie: per indirizzare in modo efficiente gli sforzi di conservazione, coinvolgere i pianificatori urbani in modo organico e sostenere una più ampia connettività paesaggistica, essenziale per la protezione della biodiversità.