La finestra sul verde: Il giardino del futuro per il florovivaismo del futuro

Intervista a Rosina Zuliani Sgaravatti

 

Premesse - Presentazione

Rosi Sgaravatti un punto di riferimento del settore e “Signora del Verde” termine che racchiude anche il suo modo di rapportarsi, conoscenza e saper fare impresa. La conosciamo come Presidente di Assoverde dal 2021 - Associazione Italiana Costruttori del Verde che da oltre 40 anni promuove la salvaguardia dell'ambiente, del paesaggio e del suolo, in rappresentanza e a supporto di imprese e professionisti, nei vari settori della progettazione, costruzione, cura e manutenzione del verde. Cavaliere del Lavoro dal 2022 e, non da ultimo, imprenditrice del verde alla guida di un’azienda con una storia centenaria, iniziata nel 1820 e che in Sardegna conta 140 dipendenti, si occupa della produzione e commercializzazione di piante su oltre 37 ettari di vivaio, progetta ed esegue opere a verde sia pubbliche che private con un team di architetti, ingegneri e agronomi. Dopo aver disegnato il verde della Costa Smeralda esporta competenza botanica e sostenibilità ambientale in Ucraina, Georgia, Azerbaijan, Antigua ed Emirati Arabi.

In questi anni da imprenditrice e Presidente (la prima donna in un settore dove “le quote rosa” sono ancora lontane) di un’Associazione che si occupa del verde a “tutto campo” e rappresentativa della filiera florovivaistica italiana, ha potuto vedere molti cambiamenti, diversi dei quali sono stati anticipati, come dimostrano i suoi lavori.

In questo ultimo periodo sentiamo parlare (forse troppo in maniera superficiale e generica) di sostenibilità, innovazione, rigenerazione urbana, biodiversità. Vogliamo provare a capire con la nostra ospite, grazie alla sua visione d’insieme, in che direzione il florovivaismo dovrebbe andare e che ruolo dovrebbe avere.

 

L’intervista

In occasione del G7 Agricoltura, svoltosi a Ortigia (Siracusa) dal 21 al 29 settembre scorso, Assoverde ha presentato “Il Giardino del Furturo”. Fantascienza, progetto astratto o qualcosa di concreto?

ASSOVERDE ha presentato “il giardino del futuro”, un allestimento che intende dimostrare funzionalità e potenzialità delle aree verdi nella città del domani, a contrasto del cambiamento climatico e per la migliore qualità della vita. Un intervento rappresentativo delle diverse competenze che compongono l’Associazione e, in particolare, del ruolo strategico che tali professionalità possono avere nella rigenerazione delle città. Si tratta di un’installazione paesaggistica immersiva, su una superficie di 36 mq, connotata da vegetazione autoctona della macchia mediterranea, suddivisa in tre zone – asciutta, moderata e umida – ciascuna con specifiche caratteristiche progettuali e tipologie di piante, con al centro “l’invaso”, pensato come“rain garden”.

 

Il giardino (pubblico), la piazza, i parchi cittadini erano luoghi di partecipazione, socialità, ma anche svago e sport che oggi ci stanno sfuggendo di mano sostituiti dal mondo “online”. Dal Covid in poi però lo “spazio verde” è ritornato centrale e (per tanti) anche un sogno.  Grazie alle nuove tecnologie è diventato (forse) più semplice interagire tra i vari attori della filiera. Chi e quali innovazioni dovrebbero unirsi per vedere realizzato questo “Giardino del futuro”?

L’obiettivo è quello di rappresentare e promuovere momenti di riflessione sui nuovi modelli progettuali e di intervento; tecniche e tecnologie innovative per il risparmio idrico; selezione di specie idonee al cambiamento climatico e materiali sostenibili a livello ambientale e nell’ottica di un’economia circolare. Con una nuova idea di città - la città verde – dove la pianificazione, la manutenzione e la cura degli spazi verdi, si raccorda con nuove tipologie edilizie e nuovi modelli di mobilità per il risparmio energetico, la riduzione della CO2, la salubrità dei contesti urbani, in risposta agli obiettivi fissati a livello europeo.

 

La formazione professionale degli operatori e dei produttori, la conoscenza delle nuove tecniche, la collaborazione tra Imprese, Università e Centri di Ricerca (per attuare il trasferimento tecnologico) è un fattore chiave per la crescita sostenibile. Come Assoverde cosa state facendo?

Un lavoro molto impegnativo che da anni stiamo portando avanti in più aspetti. Il primo è il dialogo diretto con il Ministero (MASAF, ndr,) e con il Sottosegretario La Pietra per dar vita al “Tavolo di filiera settore florovivaistico”. E’ fondamentale definire insieme le politiche e le strategie per i segmenti di questa filiera. Abbiamo sistemi di produzione diversi, canali commerciali diversi e problematiche diverse; è importante fare un lavoro di armonizzazione del quadro normativo della figura del manutentore del verde; una necessità di avere sostegni per la formazione degli operatori e dei lavoratori e risorse mirate per la promozione del prodotto italiano. Noi come Assoverde lavoriamo molto sulla formazione, sul trasferimento delle conoscenze verso i nostri associati e la filiera stessa. Mettere a dimora una pianta non è più come scavare una buca, mettere l’alberello e rimettere la terra. Ci vuole conoscenza delle piante, dell’apparato radicale, del suolo, sapere la corretta concimazione, la giusta irrigazione e la manutenzione necessaria nel corso degli anni. Devi poi avere dei mezzi adeguati e per usarli, anche in chiave di sicurezza sui luoghi da lavoro, ci vuole tanta formazione ed investimenti (anche per avere macchine a zero emissioni) da parte delle aziende. Tutte queste cose hanno un costo e devono essere riconosciute alle aziende. Da qui il lavoro costante che facciamo con il Prezzario Opere a Verde, con il Servizio di gestione, mantenimento delle aree verdi e fornitura di prodotti per la cura del verde. Rappresentano un valore, ma ci vuole ancora integrazione tra gli attori della filiera.

Le piante fanno bene all’ambiente e alla salute. E’ un dato che nessuno può mettere in discussione. La questione è come unire questi benefici e renderli alla portata di tutti. Con Assoverde avete dato vita al “Parco della Salute”. Di cosa si tratta?

Siamo orgogliosi di questa proposta e dei risultati che si ottengono se si lavora in maniera integrata tradi agronomi e pubblici amministratori, architetti del paesaggio, medici e psicologi, operatori del verde, ingegneri, tecnici dei comuni ed esponenti della società civile. Grazie a questo confronto abbiamo armonizzato e codificato indicatori di riferimento concreto per tutti i Comuni italiani che vogliano investire nella qualità della vita, nella salute dei cittadini e nel futuro dei nostri centri urbani assediati da rumore, smog e fenomeni meteorologici estremi. Questo però richiede competenze adeguate e una visione nuova della città, che metta la natura al centro come fattore di bellezza e come elemento capace di generare benessere per le persone e per l’intero ecosistema. Pesaro, Urbino sono le prime città che stanno adottano questo nuovo modo di vivere la natura per le persone. E non ci fermiamo qui!

 

Come produttrice e al vertice di uno dei più importanti gruppi italiani di produzione del verde, ti chiedo se abbiamo le produzioni (italiane) necessarie per iniziare un programma nazionale di rigenerazione urbana, fitodepurazione, filtrazione polveri sottili nelle città e nelle aree urbane?

Abbiamo già “in casa” tante soluzioni. Grazie agli investimenti in ricerca, ai progetti con Enti di ricerca, Università siamo in grado di applicarle. Quello che manca è una visione nazionale che coinvolge anche le città. Le aziende, la professionalità ed i mezzi ci sono, la programmazione manca. Dobbiamo piantare milioni di alberi… non li abbiamo subito, dobbiamo metterli in produzione per averli tra qualche anno; questo implica investimenti nella produzione. Ma tra qualche anno verranno utilizzate o dobbiamo tenerle in vivaio o in serra?  Pensa che ci sono piante in grado di catturare le polveri sottili delle città, bonificare i terreni e vivere con pochissima acqua. Le giuste piante, la giusta integrazione per la tutela della biodiversità ed uno sviluppo sostenibile è già a disposizione. Le Amministrazioni sono pronte?

 

Grazie per questa piacevole intervista e pronti, come sempre, a rilanciare le ultime novità del settore.

LA NOSTRA OSPITE: 

Rosina (Rosi) Zuliani Sgaravatti, friulana, nata ad Attimis (Udine) Dal 1986 dirige il Gruppo Sgaravatti, storica azienda florovivaistica fondata nel 1820 che si occupa della progettazione e realizzazione del verde, pubblico e privato, sia in Italia che all’estero. Ha avviato, con estrema passione, l’internazionalizzazione del gruppo in Azerbaijan, Georgia, Ucraina, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Caraibi e altri paesi.

Presidente AIDDA (Associazione Imprenditrici Donne Dirigenti d'Azienda) Sardegna.

Cavaliere del Lavoro conferito nel 2022 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su mozione del Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, di concerto con il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli.

Dal 2021 Presidente Assoverde – e promotrice de il Libro Bianco del Verde per un neorinascimento della cura e della gestione del verde.

Articolo a cura di Tommaso Pardi 

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