Il percorso della High line di New York è divenuto un sinonimo di riqualificazione urbana. Quasi un parco giochi, o un luogo da scovare, unico e diverso in un panorama fatto di palazzi e traffico. Si porta dietro una storia singolare, quella di un recupero architettonico capace di andare contro al bisogno di espansione edilizia degli anni ottanta. È come se avesse superato la modernità, aggiungendone altra.
Storia di una riqualificazione. Così, passeggiando per Manhattan, con lo sguardo rivolto verso il fiume Hudson, si scopre questa striscia di percorso sopraelevato, dove un tempo scorreva il treno della West side line. Costruita nel 1930, la linea ferroviaria attraversava il Meatpacking district (il vecchio distretto dei macelli) e serviva proprio per trasportare carni e merce per essere elaborate. La maggior parte della linea si trova, però, nel West Chelsea, quartiere in pieno fermento dal punto di vista artistico. Nel 1980 High line vide passare l’ultimo vagone, lasciando prevedere davanti a sé un destino tutt’altro che roseo. L’idea principale, infatti, era quella di un smantellamento della ferrovia, ma nel 1999 un nucleo di cittadini fondò l’associazione “Friends of High line”, proponendone la riqualificazione in parco urbano. Il progetto da loro proposto fu approvato nel 2002 e, con fondi privati, il percorso ha preso vita nel suo primo tratto lungo 1,6 km. Sono proprio i “Friends of High line” a gestire e curare il parco, assieme alla municipalità di New York. Non solo, l’associazione provvede a recepire i fondi necessari per coprire il 90% del bilancio necessario al mantenimento. Adesso l’obiettivo è quello di completare la terza parte di percorso, dopo averlo prolungato nel 2011. In totale, High line supererà i 3 km di lunghezza nel 2014.
Spaccati di vita newyorkese. Stiamo parlando di un parco lineare, dove abitanti e turisti possono trascorrere il proprio tempo libero. Vi sono fontane, panchine, zone adibite a galleria d’arte, aree Wi-fi e persino ristoranti e venditori ambulanti. Si trovano, di tanto in tanto, volontari che mantengono pulito e funzionale il percorso. Sono gli stessi volontari che curano le oltre 100 mila piante presenti, con uno sforzo di oltre 1200 ore necessarie per completare l’operazione di potatura nel periodo primaverile. Le piante che compongono il parco sono annuali, perenni e erbacee, con una forte presenza di alberi e arbusti sia sempreverdi che a foglia caduca. Tutto è organizzato secondo il gusto del planting designer, Piet Oudolf che ha curato esclusivamente la parte dedicata alla scelta delle piante. Si vede, in effetti, che niente è lasciato al caso, verso una qualità tangibile in ogni dettaglio.
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Foto in copertina da Wikimedia