L’abbandono delle aree montane

Effetti sui pascoli e sul paesaggio con l’avanzamento delle specie legnose. I cambiamenti potranno anche comportare perdite economiche
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L’avanzamento del bosco con la sua copertura erbosa e arbustiva toglie superficie ai pascoli e modifica il paesaggio. I cambiamenti nell’uso del suolo influenzano quindi non solo la flora e la fauna ma agiscono anche come fattori economici rilevanti con ricadute, in questo caso, sugli agricoltori.

L'arbustificazione e i suoi effetti. Tutti i sistemi ecologici sono interessati dai cambiamenti climatici e ambientali. Uno studio condotto sui Pirenei spagnoli ha indagato quali sono le conseguenze relative all’allevamento del bestiame erbivoro, ovvero come questo settore potrà adattarsi o meno a tali cambiamenti e alle limitazioni che essi comportano.
La gamma di erbivori, selvatici e domestici, presente sui Pirenei è ampia e questo habitat, nel secolo scorso, ha subito successivi e profondi cambiamenti. Questi sono stati in parte dovuti all’abbandono dell’attività agropastorale e in parte, invece, in conseguenza del cambiamento climatico. Uno degli elementi chiave è l’arbustificazione, ovvero l’espansione di piante legnose a scapito delle specie erbacee con una conseguente riduzione della diversità. Questa può, a cascata, generare profonde modificazioni nella distribuzione degli erbivori. Questo fenomeno viene generalmente riportato in tutte quelle zone sulle quali nel passato insistevano attività agricole montane, ridotte nel tempo fino a scomparire portando a un abbandono di intere aree declive.
La ricerca spagnola ha preso in esame l’intera superficie della Freser-Setcases National Game Reserve e le osservazioni hanno interessato diverse specie di mammiferi tra i quali il camoscio dei Pirenei, bovini, ovini e cavalli allevati. Sono state selezionate le specie in modo da coprire un ampio ventaglio di fabbisogno energetico (grandi erbivori vs erbivori di medie dimensioni), di comportamento alimentare (pascolo vs alimentazione mista), origine (selvatici vs allevati) e fisiologia digestiva (monogastrici vs poligastrici).
I ricercatori hanno ideato e modellato otto scenari di arbusti basati sulla corrente copertura vegetale e sugli schemi di espansione previsti per le piante legnose. Lo stato iniziale del sistema vede un'abbondanza relativa di specie legnose del 21,4%; questo dato è stato ipoteticamente aumentato al 30% e quindi ad intervalli del 10% per ogni scenario, portandolo fino al livello massimo del 100%, per generare 9 casistiche diverse (l'originale, più altri otto ipotetici scenari di arbustificazione: 21,4%, 30%, 40%, 50%, 60%, 70%, 80%, 90% e 100%).

I risultati dello studio. Gli scenari modellati hanno mostrato che il camoscio, a causa della sua capacità di bilanciare l'alimentazione, è la specie meno disturbata dall’avanzamento delle specie legnose. Le specie domestiche in generale sono colpite 3,6 volte di più rispetto a quelle selvatiche, a causa della loro dipendenza dalle piante erbacee.
Il bestiame allevato, infatti, già dai primissimi gradi di avanzamento (dal 30% in poi) delle specie legnose, risente della perdita del pascolo.
L'espansione delle piante legnose non gestite influenzerà gli erbivori nelle praterie alpine principalmente durante estate e autunno, con differenze in entità e tipo degli effetti al variare della specie colpita.
Gli animali che preferiscono le piante erbacee avranno difficoltà a seguire la stessa dieta e dovranno adattarsi al consumo di più piante legnose per rimanere nelle stesse aree. La concorrenza per le piante più appetibili potrà portare a un pascolo eccessivo e al degrado del suolo.  
Questo studio evidenzia anche potenziali insidie ​​per gli agricoltori di montagna; il numero dei capi diminuirà insieme alla disponibilità di cibo, mettendo gli allevatori a rischio di perdite economiche.
Inoltre, metà della rete europea Natura 2000 è associata alle aree agricole: l'abbandono dei terreni agricoli può influire in modo significativo sui paesaggi e sulla biodiversità in Europa (e nel mondo, dato che l'arbustificazione è un problema globale).
La gestione del territorio sarà un elemento fondamentale per il mantenimento delle praterie semi-naturali e dei sistemi di allevamento all'aperto.