Le caratteristiche fenologiche e morfologiche fondamentali per le scelte progettuali
Un nuovo approccio per i green roof. I tetti verdi forniscono una gamma di servizi ecosistemici come la riduzione del deflusso delle acque piovane, l'abbassamento dei costi energetici, la creazione di habitat per la biodiversità urbana.
I tetti verdi che presentano specie con crescita ridotta (circa 20 cm) sono denominati “tetti verdi estensivi” e sono la tipologia più popolare, in quanto sono capaci di fornire i servizi chiave, riducendo al minimo il carico sull'edificio.
I substrati di coltivazione superficiali e le condizioni limite sui tetti sono limitazioni importanti per la sopravvivenza e la crescita delle piante, soprattutto per gli stress idrici e i forti venti. Per questo le aziende che si occupano di tetti verdi si concentrano sull'utilizzo di specie resistenti come i Sedum spp. Incorporare nei progetti altre specie vegetali però potrebbe aumentare la diversità funzionale, fornire interesse visivo, aumentare la qualità dell'habitat per gli invertebrati. La scelta deve essere effettuata con criteri precisi poiché diversi studi sulla dinamica degli impianti mostrano come alcune specie non siano capaci di sopravvivere a causa della loro scarsa resistenza nei casi di piantagione su un tetto oppure per competizioni negative con gli altri vegetali.
Se la diversità di specie utilizzate è elevata l'impianto ha maggiori probabilità di avere una lunga durata. Ci sono migliaia di specie che in linea teorica potrebbero essere utilizzate, tra le quali, da non sottovalutare, anche diverse orticole. La complessità (comunque relativa) degli studi al riguardo, tende a favorire progetti semplici che si basano esclusivamente, nella scelta varietale, sulle caratteristiche di sopravvivenza, crescita e prestazioni ecosistemiche. Invece, la morfologia fogliare e altre caratteristiche della pianta, come la fenologia fiorale e il metodo di riproduzione, forniscono importanti spunti per comprendere come potrebbero evolversi le strategie di adattamento sui tetti verdi e, di conseguenza, le performance dell'impianto.
Una prova di coltivazione. Una ricerca condotta in Canada, ha esaminato l'abbondanza e la diversità delle specie vegetali in quattro anni su un tetto verde, identificando come tratti fondamentali le foglie e altre caratteristiche morfologiche, al fine di effettuare delle ipotesi di sviluppo in termini di biomassa. Lo studio è stato impostanto ponendone alla base il principio teorico che associa i tratti morfologici delle piante, come la ridotta area fogliare e la bassa statura alla resistenza agli stress idrici e a una maggior crescita in biomassa in condizioni limitanti, proprie dei tetti verdi.
Questo studio ha esaminato i cambiamenti nell'abbondanza e nella sopravvivenza di specie di piante perenni, annuali e stagionali in un sistema di tetto verde, condotto nel corso di quattro stagioni di crescita (2007-2010) osservandone anche la capacità di riproduzione.
La coltivazione è stata effettuata usando moduli di plastica (36cm×36cmx12cm), con una base drenante, sotto la quale è stato steso uno strato di tessuto non tessuto in grado di trattenere parte dell'acqua seguito da uno strato drenante. Come terreno di coltura è stato utilizzato un substrato commerciale comune per tetti verdi.
I ricercatori hanno allestito diversi moduli comprendenti box di monocoltura per ogni specie e alcuni mix, provando anche diverse profondità del substrato. Le strutture allevate in mix non sono state isolate l'una dall'altra per permettere la diffusione di eventuali semi.
Le nuove scoperte. La copertura massima è stata raggiunta nel 2008, secondo anno di coltivazione, in tutti i box in esame. La biodiversità ha evidenziato cambiamenti consistenti in base ai mix utilizzati.
La ricchezza di specie è diminuita in tutti i mix impiantati, nessun box ha mostrato incrementi nella biodiversità.
Il numero di specie si è abbassato di più nel caso di substrati con scarsa profondità a causa dei fenomeni di competizione. I valori di biomassa sono però risultati più elevati nei box coltivati con un mix di specie, a dimostrare che questo metodo è comunque più vantaggioso rispetto alla monocoltura. È stata inoltre osservata la presenza di patogeni fungini in un elevato numero di casi, questo fa osservare che la perdita di biodiversità non deriva esclusivamente da fenomeni di competizione tra vegetali ma anche da problematiche sanitarie. La presenza di funghi patogeni è un fenomeno da studiare pensando ai tetti verdi, poiché i bassi volumi di substrato e le problematiche derivate dai ristagni potrebbero favorire l'azione di questi antagonisti.
Un altro dato che emerge è che, come da ipotesi, i tratti morfologici come l'ampiezza delle foglie e l'altezza a maturità sono direttamente connessi alle performance di produzione di biomassa rappresentando quindi un buon metodo predittivo nella scelta varietale in sede di progettazione degli impianti.
Foto By Sannse, CC BY-SA 3.0