Una nuova vita per il lungofiume di Varsavia

Grazie all'accessibilità delle sponde la città riscopre il bellissimo corso d'acqua della Vistola
La Vistola è il più grande fiume della Polonia, utilizzato da sempre per le rotte commerciali, ha visto diminuire gradualmente la sua importanza col passaggio al trasporto su rotaia e su gomma. Il corso d'acqua attraversa Varsavia creando una separazione tra la parte sinistra, centro amministrativo e nevralgico della città, che vede la presenza di numerosi svincoli stradali che si interpongono tra il tessuto urbano e il fiume e la riva destra, che vede invece la presenza di numerose aree residenziali. Il lungofiume è stato storicamente molto frequentato, vista la presenza di spiagge e di ingressi balneabili. Questo fino alla Seconda Guerra Mondiale, che ha distrutto l'area cittadina situata sulle rive del fiume. A causa dell'incuria, questo luogo è andato via via trasformandosi in una discarica di macerie, che ha bloccato il corso dell'acqua generando diverse inondazioni. Al contempo, la vegetazione riparia, interessata dall'invasione di specie di nuova introduzione, si è sviluppata al punto da rendere quasi inaccessibile l'accesso alle rive della Vistola, situazione molto grave soprattutto in un contesto urbano densamente popolato come quello di Varsavia.

La riqualificazione.
 Nel 2007, il Consiglio Comunale di Varsavia ha deciso di intervenire per rimediare a questa situazione che avrebbe portato la Vistola a diventare un problema, invece che una potenziale risorsa. La municipalità ha creato un'apposita struttura amministrativa per affrontare le problematiche legate al fiume. Con l'obiettivo iniziale di recuperare la riva destra del corso d'acqua, restituendola alla cittadinanza, la nuova entità ha lavorato con i gruppi ecologisti e le ONG per elaborare una strategia, che ha cercato di conciliare una serie di interessi diversi. La partenza è stata pensare a come abbassare il rischio di allagamento, principale interferenza del progetto. Inoltre è stata individuata come priorità il mantenimento della vegetazione esistente, creando strutture attrattive per favorirne la fruizione da parte dei cittadini. Il progetto ha richiesto un investimento di un milione e mezzo di euro, il 90% del quale proviene dalle casse municipali. La riqualificazione ha inoltre ottenuto finanziamenti europei, soprattutto poiché includeva la creazione di un habitat protetto per due uccelli nativi. Una parte marginale del costo complessivo è stata coperta da investimenti privati.
La prima fase operativa è stata la pulizia del letto del fiume dalle macerie, per facilitare lo scorrimento dell'acqua e quindi per diminuire il rischio di inondazioni. È stato poi approntato un piano di pulitura della boscaglia: tra il 2009 e il 2011 sono stati ripuliti da erbe, cespugli, alberi morti e salici invasivi, 37 ettari sul lungofiume. Questa operazione ha aperto un percorso di otto chilometri lungo la Vistola. In inverno la nuova greenway è utilizzata per lo sci di fondo e nel resto dell'anno è frequentata da ciclisti e pedoni. Questa è stata poi corredata di cartelli informativi riguardo gli elementi naturali del luogo.
La passeggiata lungo il fiume collega tre spiagge attrezzate con sdraio, ombrelloni, barbecue, servizi igienici pubblici, campi sportivi, aree gioco e punti di informazione. Hanno trovato spazio poi attività commerciali come caffetterie e negozi sportivi, legati alla locale squadra di calcio.

Alcune criticità. Non c'è alcun dubbio circa il fatto che, dopo la riqualificazione, la riva destra del fiume Vistola ha recuperato la sua popolarità perduta. Ciò è stato confermato da un sondaggio effettuato nel 2013, a lavoro finito, con l'obiettivo di valutare il raggiungimento degli obiettivi del progetto. È emerso che, ad oggi, la popolarità del luogo, con l'alto numero di affluenze, genera un considerevole impatto sullo spazio naturale molto fragile. L'uso intensivo delle spiagge ha portato all'insorgere di problematiche legate all'aumento dei rifiuti. Inoltre, i comportamenti inappropriati dei frequentatori (come la rottura delle bottiglie di vetro), hanno generato diverse polemiche tra la cittadinanza e sulla carta stampata.
Come risposta il consiglio comunale, in collaborazione con diverse ONG e con le imprese locali, ha lanciato campagne per educare le persone sulla necessità di rispettare e conservare il carattere naturale del fiume. In ogni caso, i problemi del corso d'acqua derivati dall'iniziale abbandono del posto erano molto più gravi di quanto lo sono ora: è la prova che l'accessibilità ai luoghi naturali in città è la chiave per rivitalizzare gli spazi marginali. La migliore protezione degli ambienti fluviali si ottiene dalla sensibilizzazione e dalla creazione di una coscienza collettiva.
 
 
Foto di Robert Parma