Villa La Petraia: gioiello mediceo sopra Firenze

Recentemente dichiarata patrimonio dell'Unesco, viene considerata una delle più affascinanti proprietà della famiglia Medici per il panorama che offre
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Ai primi di maggio 2014, le Ville Medicee sono state dichiarate Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Diverse mostre e conferenze si sono svolte nelle varie ville, con l’evento principale svoltosi a Villa Petraia Sabato 10 maggio, dove sono adesso esposte le lunette dipinte d Justus Von Utens alla fine del 1500.
Per questo motivo abbiamo deciso di scrivere alcuni articoli su Villa de 'Medici, che sono non solo importanti palazzi storici, ma hanno anche giardini e parchi di eccezionale bellezza. Si comincia con Villa Petraia.
 
Passaggio di famiglie. Le prime notizie sul "Palagio" della Petraia risalgono al 1364, quando apparteneva alla famiglia Brunelleschi. Nel 1422, risultava appartenere alla famiglia Strozzi, che ne mantenne la proprietà fino alla metà del XVI secolo, quando fu acquistata dalla famiglia Medici. Nel 1566 Cosimo decise di ristrutturare la vecchia casa Strozzi per il figlio Ferdinando, che fu prima cardinale e poi granduca di Toscana nel 1587.
L'interesse di Ferdinando per la Petraia e il suo amore per i giardini - già testimoniato dal parco di Villa Medici, a Roma - è rappresentato dall'idea di collocare tre terrazze, una soprastante l’altra, al fine di creare uno spazio adeguato di fronte alla villa. L’edificio si trova sulla terrazza superiore ed è circondato sul lato orientale del cosiddetto "Prato della Figurina" e sul lato occidentale dal "Prato dei Castagni". Il Prato della figurina è stato chiamato così dopo che la fontana di “Fiorenza che sorge dalle acque” detta anche la “Figurina” del Tribolo (oggi collocata all'interno della villa) si trasferì qui dal Castello.

Mutamenti dovuti dal tempo. Nulla rimane, purtroppo, delle due grande voliere disposte simmetricamente ai lati della Fontana Fiorenza nel 1872, mentre è tuttora presente la costruzione del piccolo Belvedere, avvenuta alla fine del XIX secolo. Nessuna traccia di castagni è rimasta nel prato occidentale, che è stato chiamato dopo questi alberi ed è attualmente privo di qualsiasi tipo di caratteristiche formali.
Allo stesso modo, quasi nulla è rimasto della grande Quercus ilex usata per ospitare una terrazza-belvedere, quando la villa era residenza di Vittorio Emanuele II, re d'Italia nel tardo XIX secolo .
Due piccole scalinate collegano il piano della villa a quello inferiore chiamato "stagno", perché è presente una piscina rettangolare. Questo livello è anche caratterizzato sul lato orientale da un piccolo giardino con rose e palme. Il piano inferiore è ampio e ripido, con un disegno che, come si nota nella lunetta dell’Utens, ricorda la forma di un ippodromo, diviso da grandi aiuole e parterre segnati da siepi di bosso.

Acqua, elemento secondario. A causa della forte pendenza del terreno è difficile apprezzare il ritmo del disegno complessivo. Ciò era dovuto all'impostazione precedente, basata su due cerchi secanti con l'asse principale della villa e caratterizzati da alberi disposti radialmente e pergolati circolari. Un’elegante fontana sottolinea il centro della terrazza inferiore. I principali assi della struttura, corrispondono alla peschiera e alla parte centrale della villa. L’Acquedotto del Valcenni, presente nella Vulla fu appositamente costruito da Tribolo, per fornire acqua al giardino e, insieme a un altro acquedotto, al giardino del Castello.
Nonostante il lavoro consistente, l'acqua non è un elemento dominante della struttura del giardino. Oltre alle due già menzionate fontane, solo un’altra è presente nel giardino e si trova sul lato posteriore della villa; si tratta di una grande roccia spugnosa adiacente al muro che segna il confine col grande parco romantico che si estende sulla pendice della collina.
 
Dominando Firenze. Questo parco fu creato grazie a Pietro Leopoldo II di Lorena che, nel 1818, unificò le due proprietà di Castello e Petraia. Un architetto boemo Joseph Frietsch fu incaricato del progetto, che doveva essere in stile inglese. Il progetto fu basato sulla creazione di una corsia di collegamento tra le due ville, delimitati da una doppia linea di olmi (adesso sostituiti, solo da un lato, da tigli).
Molti sentieri si dipartono dalla corsia principale risalendo la tortuosa collina, aprendo belle immagini sulla piana fiorentina e su altri scorci pittoreschi; sono presenti piccoli corsi d'acqua e laghetti, elementi decorativi e, qualche volta, aiuole fiorite. La vegetazione è dominata da lecci e cipressi (alcuni di loro secolari se non addirittura millenari poiché, secondo alcuni Autori, potrebbero risalire all’epoca romana, quando la strada fungeva da collegamento con il Nord). Fra le altre specie troviamo querce rosse, orniello, roverella, farnia e una grande varietà di piante del genere Pinus.
La villa è stata abitata fino alla fine del XIX secolo e fu la residenza preferita prima per i Medici, poi per i Lorena e, infine, è stata la preferita per Vittorio Emanuele II di Savoia.
 
Foto da Wikipedia