Villa medicea di Careggi: un Magnifico giardino

Tanti gli interventi sull'area verde in una dimora che potrebbe vivere un ritorno di un nuovo periodo di splendore
1593

Sulle colline che circondano Firenze, la villa di Careggi è una delle più note dimore medicee. I giardini, in particolare, furono molto celebrati. Tra le fasi storiche del loro sviluppo particolarmente significativa e gloriosa è quella che riguarda il momento in cui la proprietà appartenne a Lorenzo il Magnifico e fu sede della celebre Accademia Neoplatonica.

Un passato importante. Le vicende di questa dimora hanno inizio nel 1417 quando Giovanni di Bicci de’ Medici acquistò la proprietà da Tommaso Lippi. Con il tempo la famiglia Medici fece nella zona altre acquisizioni terriere da proprietari differenti, venendo così a costituire una vasta fattoria.

Fu probabilmente solo dopo il 1429 che, come ricorda Vasari, sul grandioso edificio si inserì il quasi certo intervento di Michelozzo nell’ambito del quale furono forse delineati anche i giardini. Un loro primitivo impianto, attestato da una lettera di Galeazzo Maria Sforza, doveva già essere presente nel 1459. Non a caso si parla di più giardini, dal momento che gli spazi verdi si articolavano in distinte porzioni: una era costituita dalla parte a levante rispetto alla villa, oltre la strada che collegava originariamente Careggi a Firenze; una seconda si collocava a mezzogiorno e si articolava in un grande giardino a spartimenti quadrangolari; una terza si impostava su un terrapieno rivolto a ponente, protetto da un muretto affacciandosi dal quale si poteva godere della vista sulla vallata degradante verso il sottostante torrente Terzolle. Era presente un percorso che dal fiume si dirigeva verso la villa e che aveva inizio da un ingresso merlato. Proprio il rapporto visivo con questo corso d’acqua sembra essere stato un aspetto determinante nel primo impianto dei giardini della villa di Careggi. 

I giardini di Lorenzo il Magnifico. A testimonianza della fama di cui godette tale complesso al tempo di Lorenzo il Magnifico rimangono significative fonti letterarie che, più o meno esplicitamente, fanno riferimento ai giardini. Molto importante è una lettera in versi di Alessandro Braccesi del 1480 nella quale si enumerano le numerose specie botaniche presenti: tra queste l’olivo sacro a Minerva, il mirto sacro a Venere, la quercia sacra a Giove, oltre a pioppi, platani, pini, salici, frassini, ciliegi, sorbi, fichi. Una cosa importante che si desume da questo documento è la grande varietà di specie, per l’epoca anche rare e insolite, come l’abete, l’ebano, il larice. Sebbene non esplicitamente ricordate dal Braccesi, le corrispondenze sembrano attestare la presenza di alcune piante di agrumi a costituire quella che potrebbe essere un’anticipazione della futura preziosissima collezione medicea. Anche l’Hypnerotomachia Poliphili, testo composto forse nell’ambito della stessa Accademia Neoplatonica da Francesco Colonna e pubblicato a Venezia alla fine del XV secolo, potrebbe aver preso a modello i giardini di Careggi, così come a questo luogo potrebbe essersi riferito Botticelli per dipingere la sua celebre Primavera.

Gli interventi successivi. Dopo un periodo di abbandono i giardini tornarono a nuova vita quando tra il 1617 e il 1621, passati in eredità al Cardinale Carlo de’ Medici, furono oggetto di un riassetto generale dell’impianto decorativo ad opera dell’ingegnere di corte Giulio Parigi, con la collaborazione dall’architetto Gherardo Mechini. Nell’ambito di questi interventi fu realizzata una pavimentazione a “imbrecciato” con ciottoli colorati davanti al fronte meridionale della villa, oltre probabilmente ad alcuni giochi d’acqua. I giardini furono poi arricchiti da vasi con piante di aranci e da due ragnaie, una delle quali in prossimità dello stanzone per i vasi che sorgeva all’estremità a sud.

Interventi più sostanziali vennero intrapresi nel XIX secolo per opera dell’inglese Francis Joseph Sloane, che aveva acquistato il complesso nel 1848. La villa fu immersa in un parco romantico per creare il quale venne deviata più a valle la strada per Careggi. Vennero inoltre abbattuti i muri divisori tra le varie aree in prossimità dell’edificio, a realizzare un unico grande giardino. Lo spazio così ottenuto fu arricchito da tre fontane e da una grande varietà di specie botaniche, tra le quali preziosi esemplari di corbezzolo greco. Al fine di proteggere le numerose specie esotiche e gli esemplari più delicati fu realizzata una limonaia posta a nord della villa mentre l’area tra le due logge sul lato ovest fu adibita a ricovero per aranci e palme.

Un nuovo periodo di splendore? Dopo la morte dello Sloane la proprietà passò più volte di mano. Nel 1936 fu acquistata dall’Arcispedale di Santa Maria Nuova, collegando così da quel momento il suo destino a quello dell’Azienda Ospedaliera di Careggi. Dal 2004 la villa fa parte del patrimonio della Regione Toscana e nel 2013 è stata inserita nel prestigioso elenco dei siti UNESCO. L’iscrizione della villa nella Lista del Patrimonio Mondiale e la proposta nel 2007 del Presidente della Regione Toscana di adibire il complesso di Careggi a sede del Centro europeo sul paesaggio fanno auspicare, per questo sito dalla storia così importante, il ritorno di un nuovo periodo di splendore

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