L’utilizzo dell’acqua in Europa

Una risorsa preziosa al centro di uno studio di lungo periodo. Fondamentale la gestione a livello agricolo nei paesi più a rischio
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Negli ultimi 50 anni la domanda globale di acqua dolce è aumentata del 40% a causa della crescita della popolazione e del conseguente aumento della domanda alimentare.

La gestione sostenibile della risorsa idrica riveste quindi sempre di più un’importanza fondamentale per il settore agricolo, soprattutto nelle aree che più risentono dei cambiamenti nella disponibilità d’acqua.

La situazione europea. Tra tutti i paesi europei, quelli del Mediterraneo evidenziano alte temperature estive e bassi livelli di precipitazioni, specialmente la Spagna: il maggior esportatore di prodotti agricoli. L’Andalusia è senza dubbio la regione che più risente della scarsità della risorsa a causa della domanda elevata generata da agricoltura e turismo.

Per cercare di frenare le conseguenze più negative, la Direttiva Ue sulle acque incoraggia modifiche alle pratiche agricole volte al miglioramento della quantità e della qualità della risorsa. Nel 2023 entrerà in vigore anche un nuovo regolamento che sarà indirizzato principalmente al riutilizzo dell’acqua in agricoltura.

La produzione di cibo richiede necessariamente la disponibilità della risorsa idrica che è soggetta all’azione di diversi fattori. Questi devono essere analizzati per consentire la comprensione della sfida che attende l’agricoltura del prossimo futuro.

Il World Resources Institute identifica Portogallo, Spagna, Italia, Belgio e Grecia come paesi ad alto rischio di scarsità idrica, mentre altri sei risultano a rischio medio (Lussemburgo, Estonia, Danimarca, Germania, Francia e Bulgaria).

I tre driver principali che guidano i cambiamenti nell’utilizzo dell’acqua sono: la domanda per consumo finale, l’applicazione di nuove tecnologie nel settore agricolo e l’acqua in ingresso (ovvero la quantità di risorsa necessaria per unità monetaria di prodotto).

L’analisi dei dati. Una nuova ricerca si è concentrata sull’identificazione dell’impatto dei driver sulla gestione dell’acqua, simulando al contempo un flusso virtuale della risorsa al fine di comprendere quali sono i maggiori utilizzatori. L’approccio è noto come analisi di decomposizione strutturale (structural decomposition analysis o SDA) e sono stati utilizzati i dati del database EXIOBASE 3, raccolti nei 27 Stati membri dell’UE tra il 1995 e il 2010.

Lo studio ha dimostrato che gli agricoltori europei hanno aumentato l’utilizzo della risorsa nel periodo in esame, principalmente a causa di modifiche nella catena di approvvigionamento. Tuttavia, nei paesi che presentano storici problemi legati alla scarsità (come Italia e Grecia) il consumo è diminuito grazie all’efficientamento dei sistemi di irrigazione e al passaggio alla coltivazione di specie meno esigenti.

Spagna, Germania e Paesi Bassi hanno registrato un forte aumento nell’utilizzo, rispetto alle variazioni della produzione agricola. In Germania, si osserva uno scostamento del 200%, probabilmente dovuto a periodi siccitosi anomali che hanno richiesto un maggior utilizzo dell’irrigazione. In quasi tutti i paesi è aumentata la produzione agricola, ad eccezione della Romania. L’agricoltura del paese ha infatti visto una massiccia conversione dalle colture tradizionali verso i semi oleosi, che richiedono elevati input idrici. Da qui un incremento della richiesta e una parallela diminuzione della produzione alimentare.

Tra i vegetali il grano è quello che assorbe la maggior parte dell’acqua (32%), con picchi fino al 55% in paesi come Regno Unito, Francia e Danimarca. La produzione cerealicola ne richiede il 32%, verdura e frutta si attestano intorno al 17% mentre la produzione di semi oleosi al 18%.

Il futuro della risorsa. Un caso degno di nota osservato dai ricercatori è quello spagnolo. Il consumo di acqua è aumentato del 110% in 15 anni, parallelamente all’aumento della popolazione e al reddito medio. L’ipotesi che ne deriva è che le migliori condizioni economiche possono facilitare l’acquisto di prodotti ad alto impatto per la risorsa idrica come ad esempio la carne rossa.

L’agricoltura si configura comunque come il settore che più di tutti, per necessità e per esperienza, può porsi come centrale nella salvaguardia dell’acqua dolce, utilizzandola in modo razionale, riducendone al minimo gli sprechi. L’applicazione delle nuove tecnologie si configura come un tassello importante per l’efficientamento dell’irrigazione delle colture.

Questi dati si dimostrano importanti non solo a livello scientifico, ma rappresentano un punto di partenza per una riflessione politica e sociale. Anche un consumo responsabile da parte della popolazione potrebbe rappresentare un driver importante per guidare il cambiamento verso un miglior utilizzo di una risorsa destinata a diventare sempre più preziosa, poiché sempre di più difficile accesso.

Fonte

Pubblicazione: Gerveni M, Fernandes Tomon Avelino A, Dall'erba S. Drivers of Water Use in the Agricultural Sector of the European Union 27. Environ Sci Technol. 2020 Aug 4;54(15):9191-9199. doi: 10.1021/acs.est.9b06662. Epub 2020 Jul 17. PMID: 32609504.