Cambiamenti climatici e agricoltura intensiva possibili responsabili del calo del 76% nel periodo 1973-2000
Le diminuzioni più alte si registrano nei mesi estive, con una media registrata che si attesta a un -82%. Le ragioni non sono ancora chiare. I ricercatori non hanno escluso alcuni driver probabili come il cambiamento climatico e il cambio delle coperture vegetali, ma imputano queste forti perdite anche all’agricoltura intensiva e al massiccio utilizzo di prodotti chimici.
Qualunque sia la causa, questo importante declino porta inevitabili effetti sugli ecosistemi, in particolare per le loro funzioni di impollinazione e per il ruolo degli insetti all’interno delle reti alimentari. Proteggere gli insetti diventa ogni giorno più importante per le politiche di conservazione degli habitat.
La situazione europea. Gli insetti svolgono un ruolo vitale negli ecosistemi. Riciclano i nutrienti contribuendo alla decomposizione della lettiera e del letame, fornendo al contempo una fonte di cibo per uccelli, mammiferi e anfibi. Si stima che l'80% delle piante selvatiche dipenda dagli insetti per l'impollinazione, mentre il 60% degli uccelli è insettivoro. L'Unione Europea sta lavorando per affrontare le nuove minacce che affliggono gli insetti europei in vari modi. La strategia per la biodiversità mira a fermare la perdita di biodiversità e dei servizi ecosistemici entro il 2020. I nuovi approcci legislativi, come la direttiva Habitat, hanno stabilito le linee guida per la conservazione delle specie animali e vegetali minacciate. Il 1 ° giugno 2018, la Commissione europea ha adottato la EU Pollinators Directive per la tutela degli impollinatori. Questa strategia si suppone possa contribuire anche alla tutela dei non impollinatori, anche se formalmente non inclusi nella direttiva.
Le ricerche svolte. Molti studi segnalano il declino di alcune popolazioni di insetti – tra il 1990 e il 2015, le farfalle nelle praterie sono diminuite del 33% in 15 Stati membri dell'UE. Altri studi condotti su api e lepidotteri confermano la stessa tendenza. Il 9% delle specie di api presenti in Europa è considerato a rischio, ma per più della metà delle restanti specie non sono presenti dati sufficienti al fine di valutare il loro pericolo di estinzione, a causa di una mancanza degli studi di monitoraggio.
Pertanto, anche se il cambiamento climatico e la perdita di habitat sono stati spesso associati al declino delle specie, nessun studio a lungo termine ha osservato i loro effetto su numeri di insetti.
Una nuova ricerca basata su osservazioni standardizzate condotte tra il 1989 e il 2016 grazie all’utilizzo di catture mediante trappole ha osservato i cambiamenti nel numero di 63 specie di insetti volanti nelle aree protette di pianura in Germania. I ricercatori hanno ottenuto informazioni sul peso totale, osservandone un allarmante abbassamento del 76% in solo 27 anni.
Gli scienziati hanno poi esaminato una serie di possibili cause, osservando le condizioni climatiche, i cambiamenti del paesaggio e le modifiche negli habitat (tra cui la ricchezza di piante e arbusti nelle aree di studio). Nessuno di questi fattori, tuttavia, riesce a spiegare il fenomeno. Sebbene gli habitat più adatti al proliferare degli insetti, come le praterie e le aree incolte, contengano il 43% in più di insetti rispetto alle aree naturalmente non ideali allo sviluppo di popolazioni di insetti, il tasso annuale di declino è simile, dimostrando che nessun tipo di habitat può considerarsi immune.
Le conclusioni. Questo risultato è decisamente significativo, perché mostra per la prima volta che non solo gli insetti considerati vulnerabili come api, farfalle e falene sono a rischio: tutti gli insetti volanti sono colpiti dal declino. I ricercatori non hanno identificato la causa, ma ipotizzano che l'intensificazione dell'agricoltura potrebbe essere uno dei driver principali. Quasi tutte le riserve che hanno ospitato le trappole vedono la vicinanza di campi agricoli. L’aumento dell’uso di fertilizzanti e agrofarmaci, così come le lavorazioni continue, possono spiegare il fenomeno, anche se non ci sono prove certe a causa della mancanza di dati.
I ricercatori non hanno esaminato l'intera gamma di variabili climatiche che potrebbero influenzare la biomassa totale degli insetti, e affermano che siccità prolungata e scarso irraggiamento, specialmente se combinati con temperature medie basse tipiche delle aree in esame, potrebbero risultare influenti nell’abbassamento registrato nella biomassa degli insetti. Sono necessarie ulteriori ricerche, preferibilmente abbinate a dati geografici precisi, in modo da costruire un quadro preciso della situazione nei vari ecosistemi del pianeta.