Le specie legnose migliorano gli ambienti di coltivazione: i risultati di uno studio belga
È noto che le reti formate dalle specie legnose nei paesaggi agricoli aumentano la biodiversità intrinseca (cioè la diversità delle specie vegetali) e la biodiversità funzionale (ovvero la varietà di servizi ecosistemici derivanti dalla biodiversità). Per identificare i driver della biodiversità intrinseca e funzionale nelle reti legnose, i ricercatori hanno analizzato la diversità delle specie vegetali, il valore delle risorse degli impollinatori e potenziale valore di edibilità di un’area coltivata nel nord del Belgio.
Gli obiettivi europei. L’analisi ha confermato che questo tipo di strutture sono una ricca fonte di biodiversità, scoprendone al contempo quali sono i fattori più importanti. Questa ricerca evidenzia inoltre l’importanza delle politiche di protezione della diversità vegetale negli ambienti coltivati, al fine di tutelare la fornitura di servizi ecosistemici.
Circa la metà della superficie europea è costituita da terreni agricoli. La European 2020 Biodiversity Strategy richiede un aumento del contributo dell'agricoltura alla biodiversità, per migliorare la funzionalità dell’ecosistema e la fornitura di servizi nell’Unione Europea. Le reti di specie legnose che comprendono gli elementi come siepi, filari alberati e piccole zone boschive presenti nelle aree rurali sono associate all’aumento della biodiversità e di conseguenza alla fornitura di servizi ecosistemici. Per questo rientrano a pieno titolo negli obiettivi di tutela proposti dai decisori politici.
La ricerca. Ad oggi, sono state condotte poche ricerche sul legame tra biodiversità e servizi ecosistemici associati ai network di specie legnose. Per capire meglio questo collegamento, un gruppo di scienziati ha studiato vari indicatori in un territorio con una presenza di una rete di specie legnose formata da 831 elementi, in 47 punti diversi, all’interno di una superficie di 1 km² nella campagna belga.
In primo luogo, è stata valutata la diversità vegetale intrinseca, insistendo principalmente su due caratteristiche della vegetazione, legate a potenziali servizi ecosistemici: il valore delle piante come risorsa per gli impollinatori e l'utilità delle piante per la produzione di cibo per gli esseri umani.
Gli scienziati hanno quindi analizzato i dati per ottenere informazioni approfondite circa i driver della biodiversità e dei servizi ecosistemici associati, al fine di fornire un quadro utile alle decisioni gestionali volte a massimizzare le performance degli ambienti rurali.
I risultati. La ricerca ha evidenziato che la rete di elementi legnosi, a fronte di una copertura effettiva dello 0,7% della superficie analizzata, ospita il 45% della diversità vegetale totale. Specie forestali, specie coltivate, erbe spontanee e specie pioniere coesistono con successo in prossimità delle reti di specie legnose.
Il valore delle specie ritrovate, sia come risorsa per gli impollinatori che per il consumo umano, sono legati direttamente alla presenza del network di piante legnose. Il numero di specie forestali presenti dipende in larga parte dalla presenza di boschi nel paesaggio circostante, aumentando il legame tra aree agricole e pool di piante affermatesi naturalmente. La struttura degli elementi legnosi (ad esempio le altezze, le aree coperte e la tipologia di piante) è il principale fattore che regola la ricchezza e l’abbondanza di specie erbacee e pioniere.
Questi risultati dimostrano che gli elementi legnosi possono ospitare una vasta gamma di specie di piante. L’applicazione di politiche gestionali relativamente semplici potrebbe garantire la protezione del corretto stato di salute degli ecosistemi rurali. Infatti l’impianto di nuovi alberi e siepi per aumentare la diversità di specie legnose e la manutenzione degli impianti già presenti sarebbero misure sufficienti per garantire i benefici ottenibili dai servizi ecosistemici.
I ricercatori descrivono inoltre alcune iniziative di massimizzazione dei servizi ecosistemici che potrebbero risultare particolarmente utili come:
- La conservazione della biodiversità intrinseca garantendo la sopravvivenza degli elementi legnosi storici;
- Il sostegno alla protezione dei pascoli per incrementare la successione di specie erbacee;
- L’aumento della diversità favorendo gli impianti di nuove specie in filari e in zone delicate come le vicinanze di strade e fossati per promuovere la crescita di nuovi popolamenti.
In conclusione aiutare l’ecosistema rurale significa limitarne l’impoverimento cercando di coniugare le esigenze della coltivazione con quelle ambientali, che garantiscono la sostenibilità sul lungo termine di tutte le attività, quelle umane come quelle proprie dell’ecosistema, connesse alle aree rurali.