Il Bosso è un arbusto sempreverde spontaneo presente nei boschi di specie quercine dell'Italia centro-settentrionale. Tuttavia, questa pianta è molto più conosciuta in campo ornamentale, dove viene usata per costituire siepi basse sempreverdi in particolare nei giardini all'Italiana. Negli ultimi anni è risultato vittima di numerose specie di insetti e funghi patogeni provenienti da altri continenti. Tali entità entomatiche e patogene stanno causando la contrazione delle formazioni naturali e anche importanti danni economici in campo vivaistico-ornamentale.
Origini e sintomatologia. Un aggressivo agente di disseccamento del bosso è il fungo Cylindrocladium buxicola. Questo patogeno è arrivato in Gran Bretagna nel 1994 e si è poi diffuso in Europa, giungendo in Italia nel 2008, dove crea danni soprattutto nei vivai e in impianti ornamentali. Questo fungo attacca foglie e fusto del bosso. I sintomi si manifestano sulle foglioline come macchie brunastre contornate da un alone più scuro bruno-rossastro. Con il progredire dell'infezione e la crescita delle foglie si ha la coalescenza delle zone disseccate che prendono una colorazione più scura, in seguito le foglie disseccano e cadono precocemente al suolo. In condizioni di umidità elevata, come in ambiente vivaistico, sulla pagina inferiore delle foglie è visibile il micelio bianco del fungo. La malattia, poi, si diffonde sul fusto dove, in corrispondenza delle zone infette, si possono notare delle striature brune e, in caso di forte umidità, si può avere anche qui la formazione di micelio. In seguito ad attacchi severi si ha il disseccamento progressivo della pianta che, però solo raramente è causa della morte dell'individuo.
Diffusione. Durante l'inverno il fungo si conserva per anni nei tessuti infetti e sulle foglie cadute a terra e, soprattutto è importante sottolineare che nel terreno produce microsclerozi che ne permettono la sopravvivenza e il trasporto anche a grandi distanze ed anche in assenza di piante ospiti. In primavera, con condizioni umide e calde (18-20°C), il fungo germina e produce spore appiccicose (clamidospore) che si ridistribuiscono sull'ospite grazie a vettori meteorici o animali. Dopo circa una settimana dall'infezione sulla lamina inferiore delle foglie infette si ha l'evasione del micelio del fungo che produce, a sua volta, delle nuove spore. Queste spore sono poi responsabili della disseminazione del fungo sulle piante cisrcostanti.
Le piante colpite, oltre a subire un forte deprezzamento economico fungono anche da riserva del fungo, per questo motivo è fondamentale asportare tempestivamente le parti infette o eliminare completamente la pianta se troppo compromessa. Durante la potatura è importante disinfettare regolarmente gli attrezzi di potatura
Evitare ristagni idrici: buona pratica agronomica. La prima azione per prevenire la diffusione del patogeno è verificare attentamente lo stato fitosanitario del materiale sia in vivaio, che prima di una nuova piantagione. Inoltre le irrigazioni al suolo sono da preferire a quelle per aspersione sulla chioma per evitare di avere un'alta umidità nella zona fogliare, anche un buon drenaggio del terreno è auspicabile per evitare il ristagno di umidità sotto chioma. In vivaio questo patogeno può essere controllato anche con mezzi chimici sia in fase preventiva applicando dei fungicidi prima di un periodo di pioggia. È importante che l'applicazione dei prodotti sia mirata alla pagina inferiore delle foglie.
L'arrivo e la diffusione di funghi patogeni è in continuo aumento grazie alla globalizzazione del commercio e al cambiamento climatico che sottopone le piante ad uno stato di stress. Al fine di rallentare l'incremento di nuove malattie sarebbe auspicabile un attento esame del materiale vegetale di importazione nel nostro Paese.